Risonanza emotiva
- federica valentini
- 18 nov
- Tempo di lettura: 2 min
Ascoltarsi per ascoltare.

La sento dritta nella pancia: l'emozione.
Si muove a spirale, come una centrifuga - o forse un tornado?
Vuole uscire dalle mie dita ticchettanti sulla tastiera.
Ho appena finito una sessione intensa di scrittura terapeutica individuale. L'argomento era intenso, come intense le parole di R. (iniziale di fantasia).
Tristezza, assenza, senso di colpa, amore.
Emozioni travolgenti che avevano bisogno di essere accolte dalla penna che le ha scritte, dalla pagina bianca che le ha abbracciate.
È sorprendente come la scrittura riesca a scovare parole che vogliamo dire, ma che a volte l’emozione ci rende difficile esprimere a voce. Nemmeno ce ne accorgiamo mentre scriviamo. E invece, eccole lì: nero su bianco, limpide, sincere, veloci, gentili, delicate.
Prima della sessione con R., sapevo che accompagnarla nell’esplorazione delle emozioni avrebbe fatto risonanza anche in me. Succede sempre così: in ogni sessione di scrittura terapeutica ci sono parole, frasi, che risuonano dentro di me. Ma a volte, come con R., alcune arrivano dritte alla pancia, dritte al cuore.
La tutor durante il tirocinio da psicologa me ne parlava spesso: l'importanza di ascoltarsi, mentre si ascolta l'altra persona. L’empatia, infatti, è la capacità preziosa di riconoscere e comprendere le emozioni altrui; è un’abilità da coltivare soprattutto se si sceglie un lavoro che si prende cura del benessere emotivo e psicofisico delle persone.
Ma va monitorata. Prima, durante, e dopo.
E così ho fatto oggi, oggi in particolare: durante la fase di studio, ricerca e preparazione, ho messo le cuffie, scelto la musica adatta e ho sorseggiato un pumpkin spice latte nel mio coffee bar preferito; durante lo svolgimento della sessione, ho prestato attenzione alle parole di R., ho ascoltato le sue emozioni e la sua storia, cercando, allo stesso tempo, di prestare attenzione a come le emozioni si facevano strada nel mio corpo; dopo, ho scritto delle mie sensazioni. E poi? Eccomi qui, a esplorarle mentre digito sulla tastiera. In sottofondo: una musica dolce. A fianco: un tè caldo con latte di avena e biscotti al cioccolato.
Più mi addentro in questa professione e più comprendo l'importanza della risonanza, della sintonizzazione emotiva che si crea tra due persone in una relazione terapeutica. È come un "eco" delle emozioni, un’esperienza condivisa che va oltre il semplice ascolto delle parole; coinvolge il tono della voce, la postura, le microespressioni, il corpo e il suo linguaggio saggio.
La risonanza è la capacità di sentire insieme, di accordarsi emotivamente per costruire una relazione terapeutica autentica e trasformativa.
Dopo sessioni come quella di oggi con R., diventa ancora più chiaro:
ascoltarsi per ascoltare;
sentirsi per sentire;
entrare in contatto con le proprie emozioni
per entrare in contatto con le emozioni dell'altrǝ.



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